La Cannabis nelle patologie rare: la Sidnrome della Bocca urente

01.12.2020

STUDI RECENTI DIMOSTRANO L'EFFICACIA DELLA CANNABIS NELLA SINDROME DELLA BOCCA URENTE, CON REMISSIONE DEI SINTOMI DI BRUCIORE, DOLORE E CON MIGLIORAMENTI SIGNIFICATIVI ANCHE DI ANSIA E DEPRESSIONE CHE SPESSO ACCOMPAGNANO LA PATOLOGIA

Si tratta di una sindrome fortunatamente molto rara ma purtroppo anche poco conosciuta, il che rende difficoltosa la diagnosi e le possibilità di riuscire a trattare il problema vengono così ridotte, senza contare che il tessuto della bocca può apparire normale anche in caso di dolore lieve o conclamato mascherando la malattia. 

Nonostante si sia riscontrata una maggior incidenza tra le donne fra i 50-60 anni, le cause sono difficili da individuare.

Soffrire della Sindrome della Bocca Urente,  conosciuta anche come Glossidinia o Stomatodynia, significa convivere con quella spiacevole sensazione di bruciore che proviamo quando accidentalmente ci scottiamo con del cibo bollente, spiacevole sensazione che perdura durante le cena e a volte anche oltre.

Nella sindrome la sensazione è generalmente persistente e frequentemente accompagnata da sapore amaro e metallico, formicolio, assenza della percezione dei sapori con disgeusia e/o ipogeusia, sensazione di punture di spillo. In alcuni casi al bruciore, si sommano altri sintomi come la secchezza delle fauci ed una difficoltà nella deglutizione.
I sintomi possono regredire in maniera spontanea ma spesso si ripresentano in seguito.

Il disturbo influisce grandemente sulla qualità della vita e può comportare disturbi del sonno, irritabilità, depressione, ansia, difficoltà a mangiare (evitamento del cibo più che una vera e propria inappetenza) può essere anche responsabile di una diminuzione della socializzazione con conseguente deterioramento delle relazioni. Qualora l'odontoiatra si trovasse di fronte al caso di un paziente affetto da tale condizione, per cercare di trovare una soluzione non è da escludere il lavoro in sinergia anche con psichiatri e psicoterapeuti.

Negli ultimi anni si è sviluppato un maggiore interesse attorno a questa sindrome ed i trattamenti maggiormente utilizzati consistono in misure comportamentali volte a mantenere la bocca più umida per contenere i sintomi spiacevoli.

Uno studio del 2014 ha effettuato una valutazione dell'alterazione epiteliale dei recettori cannabinoidi di tipo 1 (CB1) e di tipo 2 (CB2) nella lingua umana. Lo studio è stato condotto su otto soggetti sani sani e otto pazienti con la Sindrome della Bocca Urente. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a biopsia con punch da 3 mm sull'aspetto anterolaterale della lingua vicino alla punta. Nei pazienti con la sindrome è stata riscontrata una diminuzione di CB1 e una maggiore espressione di CB2 nelle cellule epiteliali della lingua ed inoltre un'alterazione nella loro distribuzione. Sembrerebbe che questi recettori siano correlati alla patologia in questione.

A parire da questo tipo di studi, oggi la ricerca si sta concentrando maggiormente sul ruolo del sistema endocannabinoide e al potenziale delle terapie a base di Cannabis nella gestione dei pazienti affetti da Glossodinia.

Uno studio pilota del 2020 condotto dal dipartimento di Medicina Odontoiatrica dell'Università di Torino, ha valutato l'efficacia della Cannabis Medica nel trattamento della Glossodinia.
I partecipanti alla sperimentazione sono stati trattati per 4 settimane con un estratto completo di pianta di Cannabis, realizzato con materiale standardizzato (Cannabis Flos) in farmacie specializzate, l'estratto è stato diluito in olio (1 g di cannabis in 10 g di olio d'oliva ).

I soggetti hanno mostrato un miglioramento statisticamente significativo nel tempo in termini di remissione clinica dei sintomi orali. Anche i livelli di ansia e depressione sono cambiati statisticamente, mostrando un progresso molto favorevole. Non è stata riportata alcuna reazione avversa. Nessuno dei pazienti ha dovuto interrompere il trattamento a causa di sintomi indesiderati.