Adenomiosi ed Endometriosi: La Cannabis per alleggerire il Dolore e lo Stress

04.05.2021

LA CANNABIS PUÒ ALLEVIARE IL DOLORE ED I SINTOMI DI IMPORTANTI PATOLOGIE DELL'APPARATO RIPRODUTTIVO FEMMINILE COME NEL CASO DELL'ENDOMETRIOSI ED ADENOMIOSI, AGENDO POSITIVAMENTE ANCHE SULLO STRESS CHE SEMBRA POTER ESSERE UNA CONCAUSA E FATTORE DI MANTENIMENTO DELLA MALATTIA E LO STATO INFIAMMATORIO CHE NE DERIVA

"[...]ogni me
se mi veniva il ciclo, e dovevo stare a letto per una settimana, poi due, poi col tempo ero arrivata a passare anche venti giorni a riposo su un mese intero. Era un'agonia il tempo che non passava mai mentre fuori dalla finestra il mondo continuava a scorrere, oltre la mia camera.

Ad accomunare la maggior parte delle donne sono piccoli fastidi e sintomi che si manifestano in concomitanza con il ciclo mestruale e nei giorni precedenti.

A volte, però, questi sintomi possono essere numerosi e pesanti al punto di costituire un vero quadro patologico.

Cambiamenti di umore con irritabilità, tendenza alla depressione, aggressività, maggior stanchezza, crisi di pianto, minor capacità di concentrazione, cefalea, tensione mammaria, attacchi di fame (soprattutto rivolta ai dolci), gonfiore, ritenzione idrica (alcune donne registrano anche un aumento di peso in quei giorni).

Quando i sintomi si risolvono con l'arrivo delle mestruazioni la condizione viene definita Sindrome Premestruale che interessa il 2-5% delle donne in età fertile.

La Dismenorrea, associata sovente alla Sindrome Premestruale, è caratterizzata prevalentemente da un dolore di tipo crampiforme e colico che colpisce il basso ventre.
La sintomatologia dolorosa può estendersi alla parte alta dell'addome, alla parte bassa della schiena e agli arti inferiori e può comportare anche nausea, vomito, vertigini, sudorazione intensa ed alternarsi di differenti disturbi gastrointestinali.
Nel caso di Dismenorrea Primaria, in genere, i dolori iniziano 1 o 2 giorni prima delle mestruazioni e durano per 12-72 ore, si riducono con l'avanzare degli anni e frequentemente possono scomparire dopo la prima gravidanza.

Nel caso invece di Dismenorrea Secondaria, i cui sintomi sono dovuti ad una patologia ginecologica sottostante, il dolore può iniziare prima e durare più a lungo e, sebbene per anni sia stato detto che alcune delle patologie che ne sono alla base possano essere interrotte proprio da una gravidanza, con completa recessione dei sintomi e del progredire del danno (teoria mai comprovata scientificamente), allo stesso tempo alcune di queste possono rendere più difficile il concepimento: come nel caso dell'Endometriosi la quale comporta la migrazione patologica del tessuto endometriale verso altre sedi, generalmente esterne all'utero, dove tale tessuto si comporterà esattamente come nella sua sede originale, provocando sanguinamento, aderenze, dolore e danno all'organo dove è andato a insediarsi.
A seconda della/e sede/i colonizzata/e la patologia sarà caratterizzata da sintomi e gravità variabili.

Esistono due tipologie di Edometriosi, di cui l'Endometriosi Esterna che colpisce in genere gli apparati più prossimi all'utero come tube, ovaie, vescica ma anche colon, retto ed in rarissimi casi anche stomaco o polmoni ed altri. L'Endometriosi Interna è invece caratterizzata dalla presenza e la crescita di cellule endometriali nella parete dell'utero, che può inspessirsi, allargarsi ed essere soggetto a forti emorragie. 

Questo tipo di Endometriosi viene più specificatamente definita Adenomiosi in quanto interessa il Miometrio ovvero la tonaca muscolare della parete uterina che si romperà e dovrà rimarginare ogni mese come parte del ciclo mestruale.

"Adenomiosi" non è un termine che si sente pronunciare frequentemente ed è proprio il fatto che sia poco conosciuto (oltre alla radicata concezione che sia "normale" per una donna soffrire in concomitanza delle naturali variazioni dovute al ciclo mestruale) che le diagnosi arrivano tardivamente, spesso quando si decide di avere un bambino che tarda ad arrivare e gli esami medici che ne conseguono.

Studi recenti stimano che la prevalenza dell'Endometriosi Interna sia circa il 20%, di più rispetto al passato ma ciò è da imputare all'aumentare delle diagnosi: grazie al progresso medico-scientifico, alla rivalutazione delle problematiche femminili, alla divulgazione di informazioni tramite web e social, la condizione viene ad oggi smascherata con maggiore frequenza; la condivisione delle informazioni può infatti favorire la richiesta di cure da parte di chi soffre.

Le pazienti riportano: dolore acuto e crescente alle mestruazioni e all'ovulazione o il suo persistere durante il mese, emicrania, infiammazione generalizzata, crampi addominali, forte sensazione di "contrazione" dell'utero e sensazione di portamento verso il basso, pressione sulla vescica e sensazione di trascinamento lungo le gambe e le cosce, cistite, sanguinamento intenso e inondazioni, grandi coaguli di sangue, sanguinamento prolungato, feci molli, nausea o vomito, rapporti dolorosi, quando questa condizione continua per periodi troppo lunghi, può anche portare ad anemia e stanchezza croniche.

La condizione può determinare infertiltà in alcuni casi, disturbando l'annidamento dell'ovulo fecondato.

Le terapie mediche che utilizzano trattamenti ormonali soppressivi, come l'uso continuo di pillole contraccettive orali, possono indurre la regressione dell'Adenomiosi e migliorare i sintomi ma non sempre si rivelano efficaci o ben tollerati da tutte le pazienti.
La patologia andrà a cessare con l'arrivo della menopausa ma fino ad allora può essere talmente debilitante da costringere, nei casi più gravi e meno responsivi alle terapie, ad una isterectomia

Non sempre la quantità o la qualità di tali sintomi è indicativa della progressione del quadro morboso. Dietro una sintomatologia silente, infatti, può celarsi una malattia in stato avanzato; viceversa la presenza di sintomi ingravescenti e invalidanti può non dipendere dalla quantità di tessuto endometriale proliferato fuori sede.

I disturbi inizialmente sono sempre abbastanza modesti, via via più intensi, più frequenti e a volte intollerabili, sono a carattere cronico e possono presentarsi come ciclici o persistenti: il Dolore è il vero protagonista tra i sintomi della patologia e può raggiungere livelli tali da essere del tutto invalidante.

Numerose e sostanziali ricerche confermano il ruolo della Cannabis nel contenimento del Dolore.

La Cannabis Medica, notoriamente utilizzata per alleviare i sintomi mestruali, può essere infatti un'opportunità in più per le pazienti affette da Adenomiosi ed Endometriosi e potrebbe evitare, in alcuni casi, di dover arrivare ad affrontare interventi drastici come l'asportazione dell'utero.

Una ricerca del Department of Minimally Invasive Gynecologic Center (Xue Shen et al. 2019) ha portato alla luce il fatto che le donne con Adenomiosi presentano livelli più bassi di recettori cannabinoidi nel loro endometrio, suggerendo un ruolo dei recettori CB1 e CB2 nella patogenesi della malattia. Ulteriori studi sul ruolo del Sistema Endocannabinoide saranno utili a determinare se questo sia un nuovo bersaglio per il trattamento dell'Adenomiosi.

In uno studio condotto presso la facoltà di Medicina dell'Università di Modena e Reggio Emilia (2019) pazienti di età compresa fra i 10 e gli 80 anni, affetti da diverse condizioni mediche a carattere cronico, che hanno ricevuto preparazioni orali di fiori di cannabis (Bedrocan) hanno mostrato una serie di miglioramenti nell'arco di soli sei mesi: riduzione del dolore totale, miglioramento della vitalità, funzionamento sociale e salute generale. 


Uno studio della University of California (UCSF), a San Francisco, ha dimostrato che i Cannabinoidi, insieme a una dose di oppiacei, possono ridurre il dolore e che tale miglioramento si verifica anche in occorrenza di una progressiva diminuzione dell'assunzione dei farmaci oppiacei. In concreto, il 33% delle pazienti con dolore cronico dato da Endometriosi che parteciparono a questo studio affermarono di sentire un sollievo dal dolore.

Grazie alla maggior conoscenza dell'Endometriosi e della compromissione della Qualità della Vita che essa comporta, è nato un movimento scientifico e socio-politico con lo scopo di ottenere l'inclusione dell'Endometriosi tra le malattie di interesse sociale. I temi critici emersi dagli studi che ne sono scaturiti riguardano: l'infertilità, l'impossibilità di dimenticare la propria condizione, la frustrazione di fronte alla prospettiva di non migliorare, la sensazione di aver perduto la propria vitalità, la sensazione di non essere comprese nell'ambiente familiare né in quello lavorativo, il senso di solitudine, fallimento, il senso di impotenza di fronte all'imprevedibilità dei sintomi, l'incertezza rispetto al futuro.

Le malattie che interessano in modo cronico l'apparato riproduttivo e la sua funzionalità hanno ripercussioni importanti sull'identità femminile, sia sull'immagine che la donna ha di sé, sia sulla sua qualità di vita. La percezione del proprio corpo come malato rende difficile l'integrazione di una rappresentazione di sé come donna, come partner e come madre, e la realizzazione della donna nei suoi ruoli: relazionali, sociali, lavorativi, motivo per cui risulterà importante, oltre ad una forte e sensibile assistenza di tipo medico, anche un supporto psicologico. Non è soltanto il corpo reale ad essere attaccato, ma anche il corpo immaginario e simbolico. La possibilità di offrire una sfumatura affettiva a quelle dimensioni che fino a quel momento difficilmente sono state considerate se non nella loro configurazione somatica, può costituire già un primo momento di integrazione tra le varie parti di sé.

Viene usualmente sottolineato che la patologia colpisca la donna in età fertile ma la sfera sessuale, quella della procreazione e della maternità non sono le uniche aree compromesse: esordio e decorso della patologia coincidono con gli anni di età lavorativa della donna e anche la carriera viene messa a dura prova dalla stanchezza cronica, le assenze e il dolore, nel biasimo ed incomprensione generali.

Spesso negli anni le pazienti si trovano a dover riadattare tutta la propria vita in funzione della malattia, delle cure, cambiare alimentazione, talvolta anche il lavoro (ammesso di poterlo mantenere), stile di vita e i propri sogni. Non è difficile comprendere come questo possa provocare sbalzi di umore e stress.

Come è noto, lo stress e i disturbi dell'umore determinano un indebolimento del sistema immunitario ed incrementano la suscettibilità verso malattie infiammatorie.

Oltre al sollievo dal dolore e dall'infiammazione, la Cannabis ha anche un effetto positivo sull'umore. Aiuta a combattere la Depressione causata da uno stato cronico di dolore che, quando si tratta di Endometriosi, è una delle principali cause di sofferenza. Questo e altri effetti collaterali come nausea e vomito, emicrania, crampi addominali, possono trarre beneficio dal trattamento con i Cannabinoidi: ecco perchè questa pianta è versatile ed estremamente utile nel trattamento di diverse malattie croniche.

Dato che le donne con Endometriosi sono sottoposte a maggiore stress e dolore, spesso con il carico emotivo aggravato dall'infertilità, è importante capire la relazione tra lo stress e lo sviluppo dell'Endometriosi, che potrebbe portare all'identificazione di strategie terapeutiche mirate sulla riduzione di questo stato di esaurimento, rallentando il progresso della patologia.

Ad aver affrontato tale argomento attraverso un vero e proprio approccio scientifico, è lo studio condotto da un team di scienziati americani della Washington State University guidati da Carrie Cuttler, professore associato di psicologia, il quale ha studiato e sperimentato attraverso uno studio "real life", l'effetto del consumo di cannabis sui molteplici sintomi di wellbeing.
Per quanto concerne gli stati di stress, una maggiore efficacia è stata riscontrata a seguito dell'utilizzo di Cannabis con alte concentrazioni sia di tetraidrocannabinolo (circa al 26%) che di cannabidiolo (in concentrazioni al di sopra dell'11%): piccole somministrazioni riuscivano da subito a ridurre la sensazione di ansia e oppressione ma per ridurre lo stress si rendevano necessarie somministrazioni reiterate e maggiori.

Diverse ricerche riportate sulla rivista "Dolore Cronico Pelvico ed Endometriosi" dimostrano la scarsa efficacia dei trattamenti focalizzati solo nel dolore neurale, mentre attuando un trattamento che tenga conto del sistema endocannabinoide è possibile ottenere una riduzione reale dell'infiammazione cronica e del dolore.

Sebbene lo studio sul modello animale presenti diverse carenze, sembrerebbe che lo stress possa promuovere lo sviluppo dell'Endometriosi: in base ai test sui topi si è riscontrato che condizioni stressanti aumentavano l'infiammazione nel peritoneo e la crescita delle fibre nervose nell'utero. L'espressione del fattore di crescita nervosa (NGF) e dei suoi recettori era aumentata nell'utero degli animali sottoposti a stress.

Secondo un recente studio dei ricercatori del Georgetown University Medical Center (GUMC) l'agopuntura può ridurre in modo significativo i livelli del neuropeptide Y, una proteina legata allo stress cronico.

In uno studio randomizzato del National Institute of Complementary Medicine, Western Sydney University (luglio 2017) sono state coinvolte 73 donne adulte di età compresa tra i 18 ei 45 anni tutte con diagnosi di Dismenorrea Primaria. Il trattamento con Agopuntura ha ridotto l'intensità e la durata del dolore mestruale dopo tre mesi di trattamento, dimostrando una notevole efficacia contro i sintomi che accomunano queste condizioni morbose. L'agopuntura con stimolazione manuale dell'ago si è dimostrata più efficace rispetto all'agopuntura con stimolazione elettrica. L'agopuntura potrebbe avere anche degli effetti positivi sulla fertilità.

L'approccio terapeutico farmacologico prevede tendenzialmente una soppressione del sintomo mentre con un Approccio Integrato con agopuntura, regime alimentare, integratori e fitofarmaci, in particolare i Cannabinoidi, si riesce ad arrivare ad un livello di trattamento più profondo e, quando possibile, vengono trattate anche le cause che lo hanno generato. 

La Nutrizione è un aspetto molto importante da curare in caso di Endometriosi.
Bisogna tenere conto dell'effetto infiammatorio di alcuni alimenti ed evitare l'eccesso di cibi che contengono fitoestrogeni. Da non trascurare è il ruolo della vitamina D che possiede proprietà antiproliferative, antinfiammatorie e immunomodulanti. 
Da evitare il fai da te: l'alimentazione per l'Endometriosi deve adattarsi alla donna, alla sua sintomatologia, alla sua storia clinica ma anche alle sue esigenze sociali e lavorative di cui tenere conto insieme ad un esperto in nutrizione.

Diverse terapie naturali possono collaborare per la qualità di vita delle pazienti che soffrono di Endometriosi Interna o Esterna, Dismenorrea, Sindrome Premestruale, evitando o rafforzando terapie di tipo ormonale o conseguenze drastiche e irreversibili come l'isterectomia.